LA FONTANA MALATA, Aldo Palazzeschi

Clof, clop, cloch,
Clòffete, clòppete, clòcchete,
chchch…
È giù,
nel cortile
la povera
fontana
malata;
che spasimo!
sentirla
tossire!
Tossisce,
tossisce,
un poco
si tace…
di nuovo
tossisce.
Mia povera
fontana,
il male
che hai
il cuore
mi preme.
Si tace,
non getta
più nulla.
Si tace,
non s’ode
romore
di sorta,
che forse
che forse
sia morta?
Orrore!
Ah! No!
Rieccola,
ancora
tossisce
Clòf, clòp, clòch
Clòffete,
clòppete,
clòcchete,
chchch…
La tisi
l’uccide.
Dio santo,
quel suo
eterno
tossire
mi fa
morire
un poco
va bene,
ma tanto…
Che lagno!
Ma Habel!
Vittoria!
Andate,
correte,
chiudete
la fonte,
mi uccide
quel suo
eterno
tossire!
Andate,
mettete
qualcosa
per farla
finire,
magari…
magari
morire.
Madonna!
Gesù!
Non più!
Non più.
Mia povera
fontana
col male
che hai
finirai
vedrai,
che uccidi
me pure!
Clòf, clòp, clòch,
clòffete,
clòppete,
clòcchete,
chchch…

Questa è la lirica più nota del Palazzeschi. La fontana malata, che non può gettare liberamente le sue acque ma le sputa fuori a fatica, con un gorgoglio sordo come la tosse, è uno dei tanti modi con cui molti lirici del tempo simboleggiarono la loro impotenza creativa e, per essa, il loro distacco dalla poesia a voce spiegata, da “vati”, propria dell’Ottocento. Ma vi è anche una specie di parodia dell’estetismo dannunziano, parodia a volte addirittura scoperta; e vi è ancora la volontà, caratteristica del Palazzeschi, di giocare con la sua materia e di inventare trovate bizzarre e modi espressivi funamboleschi, che portino, fuori dalla sensibilità crepuscolare, verso modi vicini a quelli futuristi.

13 pensieri riguardo “LA FONTANA MALATA, Aldo Palazzeschi

  1. Io ho sempre amato Palazzeschi, per la sua ironia. Tutt’oggi, se rileggo i suoi scritti, io devo sorridere, se non proprio ridere. Mi fa questo effetto. Fra i miei preferiti c’è Il Codice di Perelà e con l’uomo di fumo, che ha sempre un sottofondo di denuncia e di drammatica verità, ma comunque è scritto con una tale iornia… insomma,a me ha sempre fatto questo effetto. E lo trovo geniale. Versi come questo, io li ho imparati a memoria e li recitavo ai colleghi, ogni tanto… poi, con loro grande sollievo, mi son licenziata. 😀 😀 non capivano se li prendevo in giro, o che altro. Diceva Aldo Palazzeschi in “Lasciatemi divertire”
    [….] Lasciate pure che si sbizzarrisca,
    anzi è bene che non la finisca.
    Il divertimento gli costerà caro:
    gli daranno del somaro. […] Del futurismo soo affezionata al trentino De Pero, ovviamente e non ho mai condiviso le smanie interventiste; ma è stato un movimento che ha prodotto cose molto interessanti.

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      1. Stupendo questo pezzo.
        È strabiliante come un luogo ormai inutilizzato è un gancio arrugginito possano risvegliare tanti ricordi in tutti noi!
        Grazie

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